I danni che una tromba d'aria causa a Firenze città sono più o meno simili a quelli che un evento meteorologico di proporzioni assai più limitate provoca dentro la Torretta. Quello che è successo ieri 19 settembre in Torretta non è un evento straordinario, ma una normale condizione che si verifica ogni qual volta c'è un pelino di pioggia in più del normale, quella che ci fa dire "accidenti come piove!".
Succede almeno cinque, sei volte l'anno: piove, il contro-soffitto si allaga, il materiale isolante non tiene, il rivestimento sintetico si impregna e precipita, trascinandosi dietro acqua, sporco e a volte anche bestie.
Una ricerca sugli archivi mediatici ci dice che già nel 2007 era caduta quella parte di soffitto dell'aula studio, esattamente la stessa porzione (video). Da allora ad oggi ne sono successe altre: anche l'altra ala del plesso è stata soggetta a crolli; il cortile interno continua irrimediabilmente ad allagarsi, per non parlare poi di quello che succede in normali condizioni atmosferiche, quando l'impianto di climatizzazione non funziona, se fuori è caldo dentro è caldo, se fuori è freddo, dentro è freddo.
Dunque non sorprendiamoci di quanto successo ieri, perché in Torretta succede tanto, troppo spesso. Probabilmente ieri, vista la straordinarietà dell'evento, un danno del genere si sarebbe verificato anche in altri plessi dell'ateneo e in altre costruzioni del territorio fiorentino e infatti così è stato. Quello che scriviamo oggi vuole essere una denuncia del fatto che da troppo tempo le condizioni del plesso della Torretta sono disastrose o quantomeno non sono quelle che dovrebbero accogliere gli studenti di psicologia e coloro che ci lavorano.
L'ateneo fiorentino invia regolarmente degli operai a compiere delle riparazioni, anche piuttosto celermente, per cercare di ripristinare le condizioni di sicurezza e di pulizia. ll problema è che qualche giorno dopo siamo sempre allo stesso punto. Eppure, la soddisfazione di tutte le componenti UniFi per l'acquisto della Torretta fu grande; peccato che l'immobile comprato necessitasse di lavori radicali per garantire l'ottimale messa in sicurezza dei locali,non di rattoppi che rischiano di mettere in pericolo l'incolumità degli studenti che ogni giorno abitano il plesso didattico.
Già, sicurezza: se quel pezzo di tetto avesse colpito qualcuno?
Se la tromba d'aria fosse capitata durante un test d'ingresso o nel pieno dell'orario di lezioni?
Ovviamente, c'è un motivo per cui l'ateneo opera riparazioni veloci e non durature anziché operare un rifacimento massiccio di ciò che oggi cade a pezzi: se mamma ministero non apre il portafoglio, la piccola UniFi fa con quel che ha (e purtroppo ha poco).
E allora, andando oltre quanto successo ieri, ma dando uno sguardo a tutti questi anni di crolli, allagamenti e temperature insopportabili ci sorge una domanda: quando avremmo visto le conseguenze sul piano concreto di tutti quei tagli alla formazione, all'università e alla ricerca operati dagli ultimi governi multicolor? La risposta che diamo noi è: ieri! Ma non solo ieri...