Come tutti sanno ad ottobre si terranno i test di accesso ai corsi di laurea magistrali in psicologia e come ogni anno questo è il periodo in cui gli organi di scuola si riuniscono per decidere che tipo di prova sottoporre ai candidati all'accesso.
Ebbene, lo scorso mercoledì 23 aprile, proprio in questo senso in Consiglio di Corso di Laurea Magistrale, docenti e rappresentanti degli studenti erano chiamati a deliberare sul tipo di test che ad ottobre decreterà chi sta dentro e chi sta fuori.
In quella sede abbiamo dichiarato che da sempre siamo contrari ai numeri programmati e, ovviamente, che siamo contrari a ogni tentativo di misurazione del cosiddetto "merito". Abbiamo affermato che se davvero ci fosse un dibattito in consiglio per decidere chi è meritevole di entrare e chi non lo è tanto da uscire, probabilmente gli stessi docenti si scontrerebbero per ore. E di fatto così è stato.
C'era chi insisteva sulla carriera accademica pregressa, chi sul risultato del test e chi purtroppo non era stato troppo attento.
Assegnare un punteggio maggiore a chi ha concluso il corso di laurea triennale in minor tempo significa premiare i più bravi? Secondo noi no.
Lo è se si intende l'università come un'arena, una giungla da cui uscire il prima possibile, dequalificando di fatto ogni tentativo di approfondimento e di conoscenza.
Alla fine è stata deliberata la solita formula di tutti gli anni, per comodità, non per sintesi di varie opinioni. Piuttosto che mettere in discussione il sistema e il concetto di merito, si è preferito lasciar perdere e non abbandonare la vecchia strada per una nuova, che a parer nostro, è e dev'essere quella dell'accesso libero.
Come si può pensare di decidere chi far entrare ai Corsi di Laurea se non si ha nemmeno idea del parametro che si utilizza?
Il sistema dei numeri programmati NON è "far entrare i più bravi", ma solo un "far entrare pochi e non tutti".
Di fatto oggi accede ai corsi di laurea chi ha "più fame di CFU", l'unità di misura del sapere e della cultura. Ma davvero è possibile misurare la conoscenza?
Il numero programmato per l'accesso alle università, come continueremo a ripetere ancora, altro non è che un dito dietro il quale nascondere i mancati investimenti e i tagli delle ultime legislature al sistema universitario nazionale.
Non facciamo finta di includere chi si merita di entrare. Ammettiamo che il nostro sistema formativo è al collasso e che il diritto allo studio oggi è un privilegio che ci si deve "meritare".
Nessun commento:
Posta un commento