Cosa sono i test TECO?
I TEst sulle COmpetenze (TECO) rappresentano una modalità per misurare
le soft skill, ovvero quelle competenze che possono essere innate o apprese nel
tempo da un individuo.
In seguito all’approvazione del
decreto legislativo 19 del 27 gennaio 2012 (AVA), è stata avviata la
somministrazione di questo test agli studenti di alcuni degli atenei italiani
che hanno aderito al progetto. Tale somministrazione rappresenterà, a partire
dal gennaio 2014, uno degli indicatori sulla base dei quali verrà erogato il
Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO). Infatti, l’ANVUR stabilisce che
l’utilizzo di questi test diventerà criterio di erogazione del FFO, ma solo se,
dopo la fase di somministrazione preliminare il test TECO potrà essere
considerato uno strumento valido ed attendibile per misurare la qualità delle
soft skill degli studenti.
Cosa sono le soft skill?
Le soft skill sono delle “competenze trasversali”, ovvero quelle
capacità che raggruppano le qualità personali, l’atteggiamento in ambito
lavorativo e le conoscenze nel campo delle relazioni interpersonali; tali
competenze possono essere innate e/o apprese grazie al contesto. Esse rappresentano un importante bagaglio
personale di capacità e caratteristiche che consentono all’individuo di
muoversi nel contesto di appartenenza nel miglior modo possibile, al di là
delle proprie capacità e conoscenze tecniche derivanti dallo studio delle varie
discipline.
In particolare, le tre caratteristiche che il TECO misura sono il
ragionamento analitico, il problem solving e la comunicazione scritta. Il test
in questione è stato costruito e validato scientificamente dal CLA (Council for
Aid to Education’s Collegiate Learning Assessment).
A chi è indirizzato il test TECO?
Il decreto di legge prevede che i destinatari del test in questione
siano gli studenti che sono prossimi al raggiungimento del diploma di laurea:
-Studenti su corso di laurea triennale:
1- al terzo anno di iscrizione di un corso di laurea triennale che
abbiano completato tutti i cfu di base e caratterizzanti previsti dal proprio
corso di studio, o gli studenti che abbiano completati tutti salvo i cfu di
base e caratterizzanti che nel loro corso di studio sono offerti nel secondo semestre
del 2013.
2- al quarto anno di iscrizione che abbiano completato tutti i cfu di
base o caratterizzanti previsti dal loro corso di studio.
-Studenti su corsi di laurea a ciclo unico:
1- studenti al terzo anno di iscrizione per i corsi a ciclo unico che
abbiano superato almeno 120 cfu di base e caratterizzanti previsti dal loro
corso di studio;
2- studenti al quarto anno di iscrizione che abbiano superato almeno
120 cfu di base o caratterizzanti del loro corso di studio.
A fronte di questi criteri, il metodo usato per individuare gli
studenti target della somministrazione non è il merito, bensì la prossimità al
conseguimento della laurea.
L’utilità dei test TECO
Crediamo che la somministrazione in questione possa essere uno
strumento prezioso per rendere consapevole il singolo studente sulla qualità
delle proprie competenze trasversali, utili non solo nell’ambito accademico, ma
anche nel futuro ambito lavorativo e nelle attività quotidiane.
Ovviamente ciò è possibile al netto di una restituzione comprensibile
dei risultati ottenuti nel test.
La somministrazione in questione può risultare utile anche
nell’organizzazione delle attività didattiche a coloro che le amministrano, in
quanto anch’essi consapevoli dei reali bisogni di arricchimento degli studenti
iscritti nei vari atenei. Si tratta quindi di uno strumento potenzialmente in
grado di guidare la contestualizzazione del sapere in funzione delle
caratteristiche utili al percorso accademico e di vita dello studente.
Perplessità
Ai sensi del decreto 19, nel caso in cui il test dovesse risultare uno
strumento di valutazione utile, a partire dal 2014 gli atenei i cui studenti
raggiungeranno risultati positivi o ottimi al test, riceveranno un bonus
aggiuntivo al momento dell’erogazione del FFO. Ciò comporta che gli atenei con
studenti con risultati meno soddisfacenti riceveranno minori fondi e di
conseguenza, avranno minor possibilità di apportare modifiche funzionali al
proprio assetto didattico e presumibilmente minor possibilità di garantire un
arricchimento e un miglioramento del servizio erogato agli studenti.
Questa modalità di distribuzione del FFO ci trova perplessi in quanto
tendente a incrementare il divario tra i diversi atenei italiani.
Dall’altra parte ci auspichiamo che questo procedimento possa
rappresentare un incentivo per quegli atenei i cui studenti non dovessero
raggiungere risultati positivi o ottimi, a prendere atto delle criticità nelle
competenze valutate dal test TECO e a modificare e migliorare conseguentemente
la formazione erogata ai propri studenti.
Cosa ne pensiamo in quanto studenti di psicologia?
Come studenti di psicologia riteniamo che sia quantomeno inappropriato
argomentare l’inutilità di questo test sulla base della convinzione che non sia
possibile misurare un costrutto come le soft skill attraverso uno strumento
validato scientificamente. Crediamo che il dibattito riguardante il tema qui
affrontato debba vertere sulle modalità di applicazione di questo test e
sull’utilizzo dei risultati che da esso si evincono.
La valutazione delle soft skill è una pratica già da tempo presente
nell’ambito della psicologia del lavoro, validata e impiegata nella valutazione
psicologica delle risorse umane. Non possiamo quindi prescindere dal fatto che
queste competenze e la loro valutazione rappresentano un fattore importante
nella vita di ogni individuo che voglia primariamente sapersi relazionare con
gli altri e con il contesto circostante e secondariamente intraprendere un
qualsiasi tipo di percorso lavorativo.
Non vediamo l’utilità di privare gli studenti della possibilità di
avere uno strumento in più in grado di guidare e migliorare il proprio percorso
personale.